Il pomodoro, spesso scambiato per una verdura, è un frutto della famiglia delle Solanacee, la stessa famiglia di melanzane, patate e peperoni.

Il pomodoro è oggi largamente diffuso nelle cucine di tutto il mondo, anche se in Europa è stato aggiunto come ingrediente solo di “recente”, in quanto all’inizio era utilizzato come pianta ornamentale e ritenuto tossico.

In effetti la pianta di pomodoro è tossica, poiché contiene solanina, ma il frutto maturo ne contiene una percentuale molto bassa che lo rende quindi edibile.

Il pomodoro è oggi consumato in grandi quantità e, in taluni casi, è possibile di parlare di un vero e proprio abuso di questo frutto. Il pomodoro è un alimento acidificante e come tutti gli alimenti appartenenti a questa categoria dovrebbe essere consumato in quantità ridotte e solo sporadicamente.

Inoltre la solanina, contenuta nei pomodori e in generale in tutte le Solanacee, può causare allergie alimentari ed è uno dei cinque alimenti per cui è più facile sviluppare un’intolleranza.

Sebbene il pomodoro abbia proprietà antiossidanti, grazie al suo contenuto di licopene, le controindicazioni al consumo di questo alimento sono maggiori dei suoi benefici.

Il pomodoro contiene infatti acido ossalico che limita sensibilmente l’assorbimento del Calcio a livello intestinale e mobilita le riserve di Calcio da ossa e tessuti, promuovendone dunque la perdita.

Il consumo di pomodoro, così come di tutte le Solanacee e gli altri alimenti contenenti acido ossalico, andrebbe drasticamente ridotto, se non eliminato del tutto, in caso di patologie quali: osteoporosi, artriti, artrosi, artrite reumatoide, sindrome di Raynaud.

Il consumo di Solanacee può, inoltre, aggravare i dolori articolari e artrici, la psoriasi e i sintomi di tutte quelle patologie legate ad un eccesso di acidi, come ad esempio la gastrite e il reflusso gastro-esofageo.