Edward Bach fu un famoso patologo, immunologo e batteriologo, che decise poi di abbandonare la medicina tradizionale e il campo medico-scientifico per dedicarsi completamente alla sua ricerca nell’ambito della medicina naturale. Padre della Floriterapia, individuò i rimedi che lo hanno reso famoso in tutto il mondo: i così detti Fiori di Bach.

Biografia

edward-bachIl Dr Edward Bach nasce a Moseley, piccolo villaggio vicino a Birmingham in Inghilterra e cresce nelle campagne del Galles. La terra natale ebbe molta importanza nella sua formazione: il contatto con un ambiente bucolico e la serenità intrinseca di quei luoghi lo indurranno ad un contatto sempre più stretto con la natura; fin da piccolo, infatti, si convince che tutte le cose hanno un’anima.

Nel 1912 si laurea in Medicina allo University College di Londra. Edward Bach si rende conto che la pratica medica ha un carattere meccanicistico e spersonalizzante e che la medicina tradizionale si concentra più sulla malattia e sul sintomo, che sull’uomo nella sua complessità, che naturalmente comprende anche personalità ed emotività. Secondo Bach è l’uomo che va curato, non la malattia, prova evidente di questa affermazione è data dal fatto che alcune medicine risultano efficaci per un paziente e completamente inutili per un altro.

Scoraggiato da tale consapevolezza, Bach lascia la chirurgia e inizia a lavorare in ambito immunologico, portando avanti numerose ricerche di successo.
In seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, egli viene riformato a causa della sua salute cagionevole, gli viene però affidata la direzione di 400 posti letto per reduci di guerra.

La malattia e le nuove scoperte

La grande responsabilità e uno stato di salute già fragile farà sì che nel luglio del 1917, in seguito ad un grave caso di emorragia, venga operato d’urgenza: la diagnosi è quella di tumore con metastasi, secondo i medici gli rimanevano soli tre mesi di vita.
Tale diagnosi fa cadere il Dr Bach in una iniziale depressione profonda che vince, però, gettandosi a capofitto nel lavoro. Decide quindi di tentare il più alto numero di ricerche ed esperimenti possibili, assorbito da questo scopo trascorrono ben più di tre mesi; i medici che l’avevano in cura non credevano ai loro occhi: la malattia era regredita. Bach realizza quindi l’importanza dello stato psichico nell’affrontare la malattia e che un interesse totale, un grande amore, una finalità precisa sono fattori decisivi per la felicità dell’uomo sulla terra.

Nel 1919 Edward Bach trova lavoro presso l’Ospedale Omeopatico di Londra dove viene a conoscenza dei lavori di Samuel Hahnemann, padre fondatore dell’Omeopatia, e ne rimane profondamente colpito, poiché si avvicinavano a quelle convinzioni che da tempo coltivava dentro di sé. La sua intuizione fu quella quindi di unire le scoperte di Hahnemann con le proprie e, applicando le nuove conoscenze omeopatiche al suo lavoro di microbiologia, i suoi vaccini e nosodi omeopatici divennero sempre più efficaci nella cura di malattie croniche. Fu così che i suoi vaccini orali, noti come “i sette nosodi di Bach” iniziarono a diffondersi nella pratica medica del tempo, fino a varcare i confini nazionali e i suoi vaccini vennero così utilizzati anche in America e in Germania, tanto dalla medicina omeopatica quanto da quella allopatica.

Bach continua i suoi studi analizzando le caratteristiche che accomunavano le persone bisognose di uno stesso tipo di vaccino. Scopre così vari tipi psicologici corrispondenti e diversi profili umani, arrivando ad asserire che lo stato d’animo provoca la malattia e non viceversa. Le ricerche continuarono sui batteri, sull’alimentazione e sull’atteggiamento psicologico, anche se ormai Bach era certo che alla base di ogni malattia ci fosse uno stato d’animo negativo.

La scoperta dei primi rimedi floreali

Il suo studio di Londra cresce, così come la voglia di Bach di approfondire i suoi studi sulla correlazione tra piante ed erbe medicamentose e gli stati d’animo e la reazione alle terapie. Si reca quindi in Galles alla ricerca di nuovi rimedi da usare nel suo lavoro.
La sua idea di partenza è che l’umanità sia composta da un numero preciso di gruppi tipologici, con comuni tratti psicologici, che reagiscono in modo analogo a qualsiasi tipo di malattia; per Bach quel tipo di approccio era un perfezionamento del principio di Hahnemann ed era quello che più si avvicinava al suo concetto di “cura”.

impatiensIn seguito alla scoperta e all’uso dei primi tre rimedi trovati (Impatiens, Mimulus e Clematis), Bach decide di lasciare definitivamente Londra e i suoi studi sui nosodi. Trasferitosi in campagna inizia ad esplorare boschi e campagne, argini di fiumi e rive del mare alla ricerca di nuovi rimedi floreali. Scopre così altri sei rimedi: Chicory, Agrimony, Vervain, Cerato, Centaury e Scleranthus; solo due anni dopo scopre gli ultimi tre dei primi “dodici guaritori”: Water Violet, Gentian, Rock Rose.

Sulla base delle sue nuove scoperte, Edward Bach pubblica il suo libro “Guarisci te stesso” dove espone le sue idee su malattia e guarigione. La sua Floriterapia viene quindi conosciuta dal grande pubblico, attirando però molte critiche dal campo medico e facendogli rischiare l’espulsione dall’Albo del Medici. Per Bach la Floriterapia non ha lo scopo di sostituire la pratica medica, ma di affiancarla.

Gli ultimi rimedi e la morte del Dr Bach

Nel 1930 Bach lascia definitivamente Londra per trasferirsi in campagna, da quel momento in poi non chiederà più alcun compenso per i suoi servigi e vivrà, fino alla sua morte, grazie alle donazioni dei suoi pazienti. Bach continuerà a divulgare le sue teorie attraverso giornali popolari. Nel 1934 si trasferisce a Sotwell dove completerà la sua raccolta di rimedi, arrivando ai 38 conosciuti oggi. Le condizioni di salute di Edward Bach si aggravano e, all’età di soli 50 anni, muore nel sonno il 27 novembre del 1936.

Ciò che ci rimane oggi degli studi del Dr Edward Bach è l’idea alla base della Floriterapia, ovvero la semplicità. I rimedi sono in numero limitato, soltanto 38, e non sono in alcun modo novici, possono alleviare la sofferenza senza che ci siano conoscenze mediche pregresse, poiché il metodo di impiego e di scelta del rimedio è semplice ed intuitivo. La stessa malattia non è rilevante, ma lo è il modo in cui la persona reagisce ad essa, questo perché è la mente la parte più sensibile dei nostri corpi ed è quindi anche la chiave per trovare il giusto rimedio.

There is no true healing unless there is a change in outlook,
peace of mind and inner happiness.*

– Edward Bach –

*Non c’è vera guarigione senza che vi sia un cambiamento nella prospettiva, la pace mentale e la felicità interiore.